Memoriam temporum replicare
Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza. (Cicerone) Approfondimenti di storia secondo Andrea Criniti
lunedì 2 novembre 2015
il Medioevo di Jaques Le Goff
Jaques
Le Goff, nato nel 1924 e deceduto nel 2014, è stato uno studioso
della storia e della sociologia del Medioevo. Nacque da una famiglia
modesta, divenne professore nella facoltà di lettere di Lille e
dagli anni sessanta fu condirettore della rivista “annales”. Fu
tra
i massimi studiosi della società occidentale del Medioevo,
indagandone
i
temi principali, cogliendo i nessi fra storia della cultura e
dinamica economica, sociologica, antropologica, e individuando la
formazione di atteggiamenti, mentalità e dottrine.
Uno
tra i suoi celebri libri è “ Il
Medioevo,
alle origini della identità europea ”; dal titolo si può già
capire che il testo tratterà gli elementi che possono definire il
medioevo come
base della attuale società europea.
Con
la fine dell'epoca classica, nel 476, l'Europa vive una nuova
esperienza: il Medioevo.
Il
Medioevo ancora oggi fa discutere sulla sua importanza a livello
politico-culturale per l'Europa occidentale. In particolare per
l'Italia è stato devastante a causa di un susseguirsi di carestie e
di razzie da parte di popolazioni provenienti dal Nord che non hanno
solo frammentato l'unità politica dell'Italia, già disegnata da
Augusto e ritrovata nel 1861, ma anche l'unita morale della
popolazione.
In
primo
luogo
il Medioevo
trasmette e arricchisce le eredità del mondo antico. Dalla Grecia
antica ci perviene il nome Europa
che origina dal mito dell'omonima
fanciulla sedotta da Giove che aveva assunto le sembianze di un toro
e
non dimentichiamo
la
filosofia, la scultura, il teatro, il modello democratico di Stato
realizzato solo nel XIX e XX secolo; diversamente
giungono
dalla
civiltà romana la lingua, l'ingegneria, il diritto romano e la
contrapposizione fra città e campagna.
Dal
476 invece avviene quel processo inarrestabile di ibridazione etnica
tra barbari e latini che darà vita alla varietà di popoli che
diventeranno
poi gli Europei. Per il Medioevo il ruolo della Chiesa
è fondamentale perché Roma si
trasforma,
con il passare del tempo, da centro politico dell'Impero Romano a
meta di pellegrinaggi verso una nuova “città santa” e assume il
ruolo di ponte tra gli elementi romani e barbarici. La
Chiesa riorganizza
sia
il
territorio sulla base dei
vescovi
e delle diocesi sia
il tempo introducendo un ritmo settimanale nelle attività lavorative
ed aggiunge nuove festività come Natale e Pasqua, a
quelle
pagane.
Si può inoltre affermare che nel medioevo si modellano
quegli Stati
che oggi fanno parte dell'Europa. Nel 1066 la
conquista normanna dell'Inghilterra
fece
assumere a Londra
il ruolo di capitale annettendo
il Galles
fino
ad arrivare al 1215 con la Magna Carta in cui si imponevano dei
limiti ai poteri monarchici facendo diventare l'Inghilterra un
esempio di potere politico, per tutta l'Europa, controllato da una
costituzione e da un Parlamento.
Si
può anche collocare nel Medioevo,a metà del Duecento,
la nascita del Portogallo che svolgerà nel Quattrocento
e nel primo Cinquecento
un ruolo fondamentale
dal punto di vista marittimo con l'epoca delle grandi esplorazioni.
Nacquero
anche altri Stati
come la Svizzera, i Paesi
scandinavi,
ed
i Paesi
dell'Est come l'Ungheria e la Polonia.
L'Italia
invece rimase
la porta dell'Europa sul Mediterraneo e sull'Oriente; si frammentò
e presero
forma
vere e proprie città Stato fondate su un'economia potente basata sui
possedimenti oltre frontiera.
Nelle
città del Medioevo compaiono: le scuole urbane, in cui i laici
imparano a leggere ed a scrivere per poi insegnare, nasce anche una
cultura ludica fatta di feste e di giochi che stimolano la rinascita
del teatro e dei divertimenti del Carnevale, nasce il gusto per il
cibo con la comparsa dei manuali di cucina e nasce il gusto per i
colori che esprimono un sistema di codici cavallereschi e
nel
Tre e Quattrocento gli Italiani creano vere e proprie banche con
succursali che uniscono l'attività bancaria con quella commerciale.
In
campo agricolo vi sono delle migliorie a partire dall'introduzione
dell'aratro pesante a
vomere asimmetrico che necessitava essere trasportato da buoi o da
cavalli e
che si
diffuse rapidamente a causa dello sviluppo demografico. Inoltre vi è
la lenta introduzione della rotazione triennale con l'introduzione di
colture intercalari. Oltre a ciò per migliorare la resa e i suoli si
usano
i primi concimi naturali e si
introduce lo
studio di trattati di agronomia.
Nel
Medioevo nasce anche lo schema trifunzionale indoeruopeo definito da
Georges Duemezil ovvero “oratores, bellatores, laboratores”(
coloro che pregano,coloro che combattono,coloro che lavorano)che durò
fino ai tre Stati della Rivoluzione Francese mentre dopo la
rivoluzione industriale si realizza una trifunzionalità del tutto
diversa, quella delle attività primarie, secondarie e terziarie,
definite dagli economisti. Nella sfera dell'insegnamento compaiono
dal XII secolo le università che rimarranno in linea di massima
uguali fino alla Rivoluzione francese mentre
per
quanto riguarda il livello primario e secondario si assiste ad una
lenta alfabetizzazione che proseguirà fino al XIX secolo.
Molti
storici rintracciano un primo progetto di unificazione dell'Europa
nell'impero di Carlo Magno grazie ai suoi lasciti: la prima
unificazione giuridica del continente, una rinascita culturale grazie
alla Schola Palatina, che riprende un insegnamento distinto in arti
del Trivio e Quadrivio, e non ultima l'introduzione del termine
“Europa” del tutto sparito da secoli.
L'altro
avvenimento che forgiò l'identità europea è, nel 1054, la rottura
fra il Cristianesimo Occidentale, che obbedisce a Roma e parla latino
e quello Orientale che parla greco e non riconosce il Papa.
Cristianità ed Europa, dunque, coincidono anche se si tratta di una
cristianità assai divisa, non solo fra Oriente ed Occidente ma anche
fra Stati cristiani rivali tra loro.
Nel
Medioevo nella sfera sociale e politica, “l'ossessione” è quella
della gerarchia e dell'ordine, fondamenti del dogma ideologico degli
Europei di destra; ma è presente anche “l'ossessione” del
concetto di libertà di cui il liberalismo contemporaneo ne è
l'erede, come afferma Jaques Le Goff.
Per
molti secoli a seguire il medioevo è stato considerato un periodo
di regressione sociale ed economica rispetto all'epoca classica,
solo
con l'avvento del Romanticismo il Medioevo
sarà rivalutato perché visto come periodo della storia dell'uomo in
cui sono stati “seminati” i principi della società moderna e
delle nazioni.
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Ubicazione:
Italia
venerdì 15 maggio 2015
1914-1918
LA GRANDE GUERRA
La guerra di trincea ha rappresentato una caratteristica tipica e unica del primo conflitto mondiale.
La guerra di trincea ha rappresentato una caratteristica tipica e unica del primo conflitto mondiale.
A differenza delle operazioni di assedio utilizzate nei secoli precedenti, la prima guerra mondiale rappresenta un elemento di novità, infatti le trincee degli opposti schieramenti correvano lungo tutto il fronte, rendendo impossibile condurre una guerra di movimento, inoltre L'uso delle nuove tecnologie impiegate negli armamenti (mitragliatrici e grandi cannoni) rese impossibile lo scontro in campo aperto perché avrebbe significato farsi massacrare dal nemico. Dopo il fallimento del piano dello stato maggiore tedesco che prevedeva una rapida guerra di movimento contro la Francia (prima battaglia della Marna), il fronte occidentale si trasformò in un'unica immensa cicatrice sul terreno, dal Mare del Nord alle Alpi, brulicante di camminamenti e rifugi, in cui milioni di uomini si affrontarono con continui assalti, con alternate conquiste e perdite di piccoli lembi di territorio, con bombardamenti d'artiglieria tanto devastanti quanto insufficienti a sfondare le difese nemiche. Anche lo scontro tra italiani e austriaci si trasformò ben presto in guerra di trincea, protrattasi per tre anni sul Carso e sugli altipiani. In realtà la Prima Guerra Mondiale si rivelò più lunga di quanto ci si aspettasse e divenne presto una guerra di posizione in cui le linee contrapposte si disputarono per anni pochi chilometri. Le trincee erano lunghissime linee di scavo che la fanteria, formata prevalentemente da contadini, praticava nel terreno per proteggersi dall’ artiglieria nemica. Esse erano difese da parapetti costruiti con la terra scavata e rinforzati da sacchi di sabbia. Dietro la prima linea, la trincea più avanzata, c’erano parecchie linee di fossati paralleli che servivano a contenere gli attacchi che fossero riusciti a superare gli avamposti. Le trincee erano collegate tra loro per mezzo di camminamenti, tramite cui si portavano alla prima linea ordini, viveri, rifornimenti. Tra le trincee nemiche, che distavano circa 400m, c’era la “ terra di nessuno” (no land man) disseminata di reticolati di filo spinato. Le giornate trascorrevano in attesa di essere attaccati e di attaccare il nemico e in quel momento, preceduti dagli spari della propria artiglieria, i soldati dovevano uscire allo scoperto e superare il filo spinato sotto il fuoco delle mitragliatrici nemiche. Nella terra di nessuno, piena di fango, di crateri creati dalle bombe, di morti abbandonati da entrambi le parti, si cercava di avanzare sotto il fuoco delle mitragliatrici per conquistare qualche metro di terra. Coloro che riuscivano a passare indenni si gettavano in uno scontro corpo a corpo nei fossati degli avversari usando la baionetta con conseguente perdita di molte vite da entrambi gli schieramenti. Tutta la linea di fuoco doveva essere sfruttata senza lasciare angoli morti; i colpi dovevano essere mirati per evitare spreco di munizioni. La disciplina era molto importante e se necessario venivano usate le armi contro i soldati colpevoli di insubordinazione. Era necessario prepararsi per difendersi dai gas asfissianti, in caso di tal allarme si doveva segnalarlo alle linee retrostanti e indossare maschere e occhiali. Generalmente i soldati trascorrevano nelle trincee di prima linea un periodo di tempo molto limitato, da un giorno a due settimane, dopodiché si procedeva ad un avvicendamento delle unità. In un anno, un soldato mediamente suddivideva il proprio tempo tra le trincee di prima linea, le trincee di appoggio, l’ addestramento, i trasferimenti e le retrovie di recupero soprattutto per gli ufficiali. I soldati in trincea sopportavano grandi disagi e sofferenze perché erano esposti al sole, alla pioggia, alla neve, al freddo. Lo spazio era poco, non riuscivano a muoversi e il loro principale nemico era il fango. Le condizioni igieniche erano pessime: la stessa uniforme era indossata per settimane e quindi i soldati erano coperti da strati di fango, pulci e pidocchi. Spesso la trincea era usata anche come latrina ma lì venivano anche distribuiti i viveri, questa mancanza di igiene attirava i topi che rosicchiavano sia le riserve di cibo che i cadaveri. La qualità del cibo era un grosso problema perché spesso giungeva freddo e scotto nelle trincee dalle retrovie. Non mancavano il vino ed i liquori, che servivano, assieme ai sigari toscani, a mitigare il puzzo dei cadaveri in decomposizione e a sollevare il morale delle truppe ma era limitata la disponibilità di acqua. Inoltre in inverno cibo e acqua gelavano rendendo impossibile nutrirsi e per avere qualcosa in più dovevano pagare con quel poco che possedevano.
I soldati semplici potevano rimanere in prima linea senza ricevere il cambio per molte settimane. La presenza della morte era costante perché i cecchini nemici sparavano da posizioni nascoste al minimo movimento nelle linee nemiche. I feriti dovevano spesso attendere la notte per i soccorsi. Il rischio di setticemia, tetano e infezioni intestinali era molto elevato e spesso i cadaveri rimanevano nelle trincee per giorni. Disagi e sofferenze mettevano a dura prova i soldati e erano frequenti le opposizione alla guerra: alcuni fuggivano e disertavano rifiutando il combattimento.
I tribunali militari punivano duramente queste forme di rivolta e le esecuzioni capitali furono spesso trasformate in eventi esemplari tramite i quali eliminare ogni velleità di disobbedienza.
La stampa esaltava gli atti di eroismo per far dimenticare il vero volto della guerra e per incitare i soldati in trincea stanchi e avviliti facendoli sentire degli eroi.
Dopo 4 anni e tre mesi di combattimenti, nel 1918 la prima guerra mondiale terminò lasciando sul campo 37 milioni di morti e i civili morti furono 10 milioni.
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Ubicazione:
Genova, Italia
sabato 11 aprile 2015
Il totalitarismo
Il totalitarismo è una forma di dittatura in cui lo stato controlla e gestisce tutti gli aspetti della vita sociale dei cittadini non limitandosi al controllo delle strutture politiche. Questo tipo di regime si è affermato nei primi decenni del Novecento e ad esso possono essere ricondotti il nazismo, il fascismo e il comunismo di Stalin, esempio in cui il partito unico che controlla lo Stato non si è limitato ad imporre delle direttive, ma ha cercato di mutare il modo di pensare e di vivere di tutta la società. Le cause del totalitarismo sono da ricercare nel rafforzarsi del nazionalismo conseguente alla prima guerra mondiale ma se prima della guerra era già un movimento reazionario contro la nascente società di massa e contro la democrazia dopo vi aderirono anche la piccola borghesia, che temeva l’avanzare delle classi operaie, gli industriali spaventati dal comunismo e gli stessi ufficiali reduci della guerra che stentavano ad inserirsi nella vita civile. Questo favorì la nascita di stati autoritari che vedevano nella guerra il mezzo per aumentare il potere della nazione e che ponevano lo stato al centro della società al fine di organizzare la vita del popolo e concentrare il potere nelle mani di un solo uomo o pochi uomini solidali con lo stato che controllassero ogni aspetto della vita della nazione eliminando la sovranità popolare e annullando i principi dello stato liberale quali la libertà individuale e l’autonomia economica. In Italia le forze nazionaliste trovano la guida in Mussolini fondatore del partito fascista prese il potere nel 1922 con un colpo di stato e instaurò il regime fascista.
Al fine di creare uno regime autoritario nominò il gran consiglio del fascismo che in pratica sostituiva il parlamento e creò la milizia volontaria con lo scopo di difendere con la violenza il partito dai suoi oppositori. Nel 1924 dopo la vittoria alle elezioni con il “listone” approfittò della debolezza dell’opposizione e non rispettò più le regole costituzionali, promulgò le leggi fascistissime, istituì la magistratura del lavoro,abolì il diritto di sciopero e eliminò tutti i sindacati tranne quello fascista avviò una economia controllata dallo stato e nacquero le corporazioni. Il controllo doveva essere assoluto e oltre a creare una politica autarchica con ritorno al protezionismo intervenne sul controllo della società arrivando così a uno stato totalitario. I suoi mezzi erano : fare propaganda degli ideali del regime, tramite radio e cinema, indicando il fascismo come stile di vita,incentivare l’incremento demografico, creare l’opera nazionale maternità e infanzia, inquadrare i bambini e i ragazzi in formazioni paramilitari inculcando in loro il senso della disciplina e dell’obbedienza, organizzare il tempo libero dei cittadini con l’opera nazionale del dopolavoro e infine obbligare i cittadini a iscriversi al partito per trovare lavoro.. Anche in Germania si instaura un regime totalitario in seguito alla grave crisi del 1929 . Nel 1933 Hitler è nominato cancelliere e nel 1933 i nazisti vincono le elezioni supportati da piccola borghesia,esercito,grandi industriali e proprietari terrieri; ma il grande mutamento avviene nel 34 quando Hitler scioglie i partiti diventa capo dello stato e elimina i sindacati che sono sostituiti dal fronte del lavoro. Hitler ricostituisce l’esercito violando il trattato di Versailles e avvia così una dittatura e anche un regime totalitario capace di controllare la vita civile e l’attività economica.
Anche in URSS la concentrazione del potere nelle mani di Stalin portò alla nascita di un regime totalitario, non vi erano forme di liberalismo sia in campo economico che politico. Stalin realizzò una politica economica dalla quale era bandita ogni forma di iniziativa privata e dove lo stato controllato dal partito bolscevico, era il proprietario di tutti i mezzi di produzione Diversamente dal regime fascista, che mantenne inalterata la proprietà privata, in URSS fu abolita e trasformata in proprietà collettiva. Migliaia di cittadini contrari al regime furono deportati in Siberia nei campi di lavoro dove morirono. Questi tre totalitarismi, conseguenza di un’epoca di incertezze, porteranno l’Europa al secondo conflitto mondiale e a un nuovo equilibrio ma l’Europa perderà la propria centralità a vantaggio delle due nuove superpotenze: gli Stati Uniti d’America e la Russia.
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Ubicazione:
Italia
Dalla Belle Epoque a oggi
Verso
la metà del 1800 la Gran Bretagna si era ormai trasformata in un
paese industriale sviluppando settori quali filati e tessuti di
cotone, carbone e ferro grazie all'uso della macchina a vapore, ma
successivamente l'industrializzazione si diffuse nel resto
dell'Europa dove si abbandonò la politica protezionista a vantaggio
del liberismo che stimolò lo sviluppo economico. La
rivoluzione Industriale coinvolse anche il settore dei trasporti e la
realizzazione delle prime ferrovie e delle navi a vapore,
velocizzarono il trasporto delle merci e anche la quantità con
conseguente riduzione dei prezzi e sviluppo del mercato nazionale e
mondiale. Inoltre la ferrovia fu strumento di unificazione nazionale
poiché permise alle grandi masse contadine di migrare nelle città
per lavorare nelle industrie. La vita nelle città cambiò e nacquero
quartieri borghesi e operai ben differenziati. Anche la vita nelle
campagne cambiò radicalmente grazie all'uso delle mietitrici e
trebbiatrici meccanizzate e all'applicazione della chimica nelle
tecniche agricole che grazie ai fertilizzanti artificiali aumentò la
fertilità dei terreni e quindi il rendimento. Verso la fine dell'800
le condizioni di vita erano quindi notevolmente migliorate, le
carestie erano un ricordo del passato poiché non solo la produzione
era aumentata ma il facile trasporto permetteva l'importazione di
prodotti da altri paesi in caso di necessità. Anche la medicina
aveva fatto enormi progressi e la scoperta del vaccino contro il
vaiolo, reso
obbligatorio
nel 1888, l'identificazione del bacillo della tubercolosi e
il nuovo
processo di pastorizzazione,
ridussero ulteriormente la mortalità e la popolazione a inizio
1900
era raddoppiata rispetto al secolo precedente.
Dopo
il 1870 lo stile di vita cambiò
completamente,
era
più facile procurarsi l'acqua potabile, il carbone per riscaldarsi,
la refrigerazione permetteva
di conservare i cibi e
le
nascenti catene di grandi magazzini permettevano
l'acquisto di abiti a basso prezzo. Anche il livello culturale
migliorò
e negli stati più evoluti diventò
obbligatoria l'istruzione primaria mentre libri e giornali stampati
permettevano
anche ai ceti operai di essere aggiornati.
La
conseguenza dei
bassi costi dei
prodotti agricoli, provenienti da paesi industrializzati extra
europei e
dello sviluppo della produzione meccanizzata fu
una sovrapproduzione che portò nuovamente ad un periodo di crisi con
chiusura delle fabbriche e aumento della disoccupazione con
conseguente ritorno al protezionismo e alla ricerca di nuovi mercati
esteri.
Per fronteggiare la crisi furono attuate due soluzioni : da un lato
era necessario ridurre il numero delle imprese produttrici
concentrandole in “ cartelli” che controllavano tutti i settori
produttivi (ma di fatto riducevano la concorrenza causando l'aumento
dei prezzi), dall'altro era necessario investire in innovazioni
tecnologiche per produrre con minori costi e quindi ridurre i prezzi
diventando competitivi con il mercato estero. Fu così che dal
carbone e dal vapore si arrivò all'elettricità
e al petrolio, nel 1878 Edison inventò la lampadina ,nel 1871 Meucci
inventò il telefono che rivoluzionò il sistema delle comunicazioni.
Il
petrolio divenne fonte
di energia per il motore a scoppio e
nel
1885 si realizzò la prima motocicletta, applicando il motore a
scoppio a una bicicletta. In seguito esso venne applicato a una
vettura e nacque così la prima automobile. All'inizio queste nuove
macchine vennero prodotte artigianalmente, in pochi esemplari
riservati a ricchi borghesi o aristocratici. Ma a inizio secolo, con
la produzione industriale intrapresa negli Usa da Henry Ford, le
automobili divennero meno costose e quindi accessibili a più
persone. Il motore a scoppio a due eliche permise poi ai fratelli
Wright la progettazione del primo aeroplano, che venne fatto volare
nel 1903 . I progressi furono rapidi e già nel 1909 venne realizzato
il primo volo sul canale della Manica: iniziava così l'era degli
aerei.
Bessemer
scoprì un procedimento a basso costo per trasformare la ghisa in
acciaio che sarà poi usato per binari,navi,edilizia cannoni e
automobili. Nelle fabbriche venne introdotto un nuovo metodo di
lavoro: la catena di montaggio per cui la produzione aumentò
con una manodopera poco specializzata e a basso costo a svantaggio
ovviamente dei prodotti artigianali di migliore qualità ma costosi.
Con la
diminuzione dei costi e l'aumento dei salari aumentò
il
numero dei consumatori che si allargò
anche alle stesse classi operaie e
nacque
la società di massa.
La
breve stagione di nemmeno 40 anni che dalla fine dell'800 termina con
la Prima Guerra Mondiale è nota come la Belle Epoque ed è caratterizzata da un
clima di euforia generale con
una
visione del mondo e della vita estremamente
positiva
dovuta
alla
maggior circolazione di denaro
e all'ottimismo
diffuso
per il miglioramento della qualità della vita stessa.
I
padri e i nonni di questa generazione di fine secolo si spostavano in
carrozza o a cavallo su strade polverose e insicure, comunicavano con
lettere che impiegavano settimane a giungere a destinazione, le merci
arrivavano in porto dopo mesi di navigazione attraverso gli oceani e
venivano poi caricate su mezzi trainati da cavalli e
muli, il lavoro era spesso disumano perchè si basava
quasi
esclusivamente sulla
forza delle braccia. Nell'arco
di pochi decenni tutto questo diventò antico soppiantato
dalle nuove invenzioni. Accanto alle tradizionali occasioni di svago,
si diffuse l'abitudine di passare le sere in locali pubblici. Oltre
che pittoreschi, alcuni di questi locali erano anche redditizi e
fecero capire a molti investitori che quello del divertimento era un
settore in cui si potevano fare buoni affari e in cui valeva la pena
di investire del denaro. Questa nascente industria dello svago venne
sicuramente favorita dall'illuminazione elettrica, che fece protrarre
i divertimenti fino a notte tarda. Le strade e le piazze rischiarate
dai lampioni diventano luoghi di passeggio anche serale La belle
epoque fu anche l'età nella quale lo sport si diffuse fra le classi
popolari. Calcio, ciclismo e automobilismo attirarono sempre più
l'interesse grazie anche all'opera svolta dai giornali specializzati.
Fu così che la bicicletta divenne la protagonista di impegnative
gare quali il giro di Francia (1893) e quello d'Italia
(1909).
Vennero inoltre ripristinate le Olimpiadi
Durante la belle epoque vi fu una delle invenzioni destinate a rivoluzionare il tempo libero: il cinema. Nel 1894 i fratelli Louis e August Lumière realizzarono il cinematografo.
I primi filmati riproducevano brevi scenette di vita quotidiana come La colazione del bebè o l'arrivo del treno alla stazione.
Il lungo periodo di pace e stabilità politica non ha rafforzato però gli ideali democratici, al contrario si moltiplicarono i movimenti antidemocratici La cultura europea del primo Novecento è impregnata di catastrofismo e senso della morte Parte dell'arte e della letteratura europea di questo periodo porta i segni di una catastrofe futura. Proprio in questo periodo nasce il Movimento Futurista di Tommaso Marinetti, esploso nel 1909 con il Manifesto pubblicato su Le Figaro. Il Futurismo è una sorta di ribellione permanente contro la tradizione e i valori del passato; il movimento esalta la guerra come unico mezzo di "igiene" del mondo.
Questo
grande entusiasmo e ottimismo della
belle epoque
naufragò quindi
nelle
due guerre mondiali da cui l'Europa uscì fortemente provata
indipendentemente che si trattasse di vincitori o
vinti.
A
partire dagli anni '50 fino agli anni '70 però la crescita
demografica, lo sviluppo del commercio mondiale grazie al ritorno al
libero scambio e il basso prezzo delle materie prime generano una
grande crescita economica. Il petrolio proveniente dai paesi asiatici
e africani aveva prezzo basso e questo favorì l'uso delle automobili
e quindi lo sviluppo dell'industria automobilistica e delle materie
plastiche. Si verificò una nuova rivoluzione tecnologica e l'uso di
auto ,televisori , elettrodomestici e
oggetti in plastica usa e getta aumento' portando alla definitiva
affermazione della società dei consumi.
Durante la belle epoque vi fu una delle invenzioni destinate a rivoluzionare il tempo libero: il cinema. Nel 1894 i fratelli Louis e August Lumière realizzarono il cinematografo.
I primi filmati riproducevano brevi scenette di vita quotidiana come La colazione del bebè o l'arrivo del treno alla stazione.
L'arrivo del treno in stazione nel filmato dei fratelli lumière |
Il lungo periodo di pace e stabilità politica non ha rafforzato però gli ideali democratici, al contrario si moltiplicarono i movimenti antidemocratici La cultura europea del primo Novecento è impregnata di catastrofismo e senso della morte Parte dell'arte e della letteratura europea di questo periodo porta i segni di una catastrofe futura. Proprio in questo periodo nasce il Movimento Futurista di Tommaso Marinetti, esploso nel 1909 con il Manifesto pubblicato su Le Figaro. Il Futurismo è una sorta di ribellione permanente contro la tradizione e i valori del passato; il movimento esalta la guerra come unico mezzo di "igiene" del mondo.
Manifesto pubblicato su Le Figaro |
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